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giovedì 6 novembre 2008

Consiglio dei Ministri [n.25]


Il Consiglio dei Ministri è convocato in data odierna [6/11/08] alle ore 15,00 a Palazzo Chigi per l’esame del seguente ordine del giorno:

- DECRETO-LEGGE: Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, il reclutamento del personale e l’efficienza del sistema universitario (ISTRUZIONE, UNIVERSITA’ E RICERCA);
- DECRETO PRESIDENZIALE: Autorizzazione al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ad assumere personale docente di prima e seconda fascia presso le Istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) (PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - ECONOMIA);
- LINEE GUIDA per l'università: autonomia, responsabilità e merito.

5 Rispondi QUI:

Anonimo ha detto...

Secondo voi sono davvero tagli che uccidono l'università?
(dal Corriere della Sera del 1 novembre 2008; inchiesta di Gian Antonio Stella)

Non è vero che non ci sono soldi per la ricerca. L'Università di Messina, ad esempio, una ricerca la sta facendo: cerca un pittore che per 80mila euro dipinga un quadro per l'Aula Magna di ingegneria. Direte: ma come, una spesa così insensata in questi tempi di vacche magre? Esatto. Dicono sia in-dis-pen-sa-bi-le. Certo, per arredare la parete della grande sala non potevano scegliere momento peggiore. Da una parte, infatti, divampa la polemica sui tagli decisi da Mariastella Gelmini, denunciati come la scelta scellerata di lesinare la goccia d'acqua agli assetati dalle gole riarse. Dall'altra il rettore dell'Ateneo, Francesco Tomasello, è stato appena rinviato a giudizio con la moglie Melitta Grasso (lei pure dirigente dell'Università) e altri 25 professori, ricercatori e funzionari vari (altri sette imputati hanno chiesto il rito abbreviato) per due scandali.

Il primo: la gestione assai «controversa», diciamo così, di tre milioni di euro di fondi regionali destinati alla ricerca di un progetto scientifico «Lipin». Il secondo: un concorso taroccato. Scoppiato quando un docente aveva denunciato di aver subito pressioni per addomesticare la gara per un posto di professore associato che doveva a tutti i costi andare a Francesco Macrì, figlio dell'allora preside di Veterinaria Battesimo Consolato Macrì, che nelle intercettazioni viene chiamato «BatMac». Non bastasse, proprio in questi giorni L'Espresso ha rivelato che la moglie del rettore, il quale l'anno scorso era stato sospeso per due mesi dalla carica nell'ambito di una «inchiesta su delitti, appalti e clan», sarebbe al centro di un'altra indagine sulla fornitura di pasti del Policlinico e la gestione dei servizi di vigilanza. Servizi che oggi, grazie all'intervento del commissario straordinario, costano 300mila euro ma prima della svolta erano stati assegnati alla società «Il Detective» (unica partecipante alla gara d'appalto!) per un milione e 770mila: sei volte di più.

Non bastasse ancora, la città peloritana è scossa da «boatos» secondo i quali ognuno degli 86 nuovi posti all'Università, banditi con 75 concorsi, sarebbe stato «cucito come un vestitino» addosso a 86 prescelti. Sia chiaro: l'ateneo messinese non è l'unico a spendere i soldi in maniera «bizzarra» dando ragione ai rettori più seri che inutilmente invocano da anni che la distribuzione dei fondi e più ancora dei tagli non sia fatta così, a casaccio, ma tenga conto delle enormi differenze tra le università sobrie e quelle spendaccione, quelle virtuose e quelle «canaglia».

I casi sconcertanti sono infiniti. Con l'aria che tira in questi anni, ad esempio, era proprio indispensabile all'università di Salerno (dove ogni stanza e ogni bagno del campus è stata tinteggiata con un colore differente) la costruzione del «Chiostro della Pace» di Ettore Sottsass e Enzo Cucchi voluto per offrire ai giovani un luogo «dove riflettere sul senso della vita» e irrispettosamente ribattezzato «il lavandino» per le mattonelle di ceramica blu? È fondamentale, a Bari, mantenere tutt'ora a cura dell'ateneo la darsena del Cus, il centro universitario sportivo, dove fino a ieri decine di docenti ormeggiavano le barche senza tirar fuori un cent? Vi pare possibile che un porticciolo vicino al centro della città sia stato fino all'arrivo del nuovo rettore offerto per 16 anni ai baroni senza che nessuno si ricordasse di chieder loro di pagare la quota («omaggi a personalità influenti...», ammise il presidente) col risultato che siccome non fu mai mandata una richiesta è oggi impossibile pretendere gli arretrati? Chi li restituirà, i tre o quattrocentomila euro di crediti mai riscossi? E l'ex rettore di Teramo Luciano Russi, poi trasferitosi a Roma, doveva proprio spendere 93mila euro per comprare una Mercedes S320 con tivù al plasma anteriore e posteriore, fax, business consolle e «sound system Bose» e 303mila per rifare l'arredamento del suo ufficio?

Certe voci resteranno indimenticabili: 54.391 euro per «librerie e boiserie in noce massello con appliques alle quattro pareti», 8.448 per «due divani in pelle modello Chesterfield tre posti», 6.500 per «tappeto Isphahan lana/seta»... Come poteva, con quelle spese, trovare altri soldi per la ricerca? E come possono accettare, i rettori «risparmiosi» attenti al centesimo, di essere messi sullo stesso piano, nei tagli, di chi ha speso 33.259 euro (quanto guadagnano in un anno tre dei precari pisani che hanno messo a punto un supertelescopio messo in orbita dalla Nasa) per «rivestimento soffitto in noce massello cassonato»? Ma torniamo a Messina. Dove lo stesso bando di concorso per «la scelta, l'esecuzione e l'acquisto» del quadro da 80mila euro è un capolavoro. Dopo avere precisato che «l'opera dovrà essere ispirata al tragico evento del terremoto di Messina» e «andrà collocata nell'Aula Magna della Facoltà di Ingegneria, sulla parete cattedra di m. 7,50x3,30 e sulle due pareti contigue, ciascuna di m. 2,00 circa x 3,30», il documento precisa infatti che «al concorso possono partecipare tutti gli artisti italiani e stranieri in possesso della residenza o del domicilio in Italia, che godano dei diritti civili e politici nello Stato di appartenenza».

Insomma, se c'è un Picasso o un Gauguin che abbia voglia di cimentarsi, si astenga: la nostra università, oltre ai ricercatori stranieri, non vuole neppure pittori che non siano indigeni. E non è finita. Tra le meravigliose scemenze burocratiche, c'è infatti che «il plico deve essere sigillato con ceralacca e controfirmato sui lembi di chiusura e deve recare all'esterno, oltre all'intestazione del mittente (nome e cognome dell'artista) e all'indirizzo dello stesso, la dicitura "Bando di concorso per la scelta, l'esecuzione e l'acquisto di un'opera d'arte pittorica da collocare nell'Aula Magna della Facoltà di Ingegneria in Contrada Papardo di Messina"». Il plico deve contenere al suo interno la busta con la dicitura «Documentazione» e un contenitore con la dicitura «Bozzetto» entrambi «controfirmati sui lembi di chiusura...». Insomma: viva l'arte e viva gli artisti! Purché burocrati. E ossequiosi del comma 1/ter dell'art.47bis del dpr...
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A COMMENTO: tagli sono necessari, possibili e ammortizzabili; ciò su cui si può discutere è il fatto che questi tagli colpiscano indiscriminatamente tutte le università, è questo uno dei pochi difetti che ho trovato alla bistrattata legge 133. Spero di essere presente il 10.

Alberto, Farmacia

Anonimo ha detto...

Dal Corriere della Sera del 30 ottobre 2008; articolo di Angelo Panebianco)

[...]Alcune delle Università più virtuose ed efficienti si sono già smarcate dalla protesta. Se il governo avrà su questo punto un ripensamento (magari anche spronato in questo senso dall’opposizione) ed eviterà l’errore di tagliare i fondi in modo uniforme, mettendo sullo stesso piano gli atenei efficienti e quelli inefficienti, se procederà premiando i primi e punendo i secondi, assisteremo finalmente a un bello scontro frontale (il Paese ha solo da guadagnarci) fra la buona Università e quella cattiva.
[...]Per esempio, ci vorrà pure, prima o poi, una pubblica spiegazione sul perché, a suo tempo, Luigi Berlinguer, ministro dell’istruzione del primo governo Prodi, venne bruciato, fatto fuori, quando tentò di introdurre (contro i sindacati) un po’ di meritocrazia negli avanzamenti in carriera degli insegnanti. Riflettere sugli sbagli del passato è l’unico modo per non ripeterli in futuro.
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A COMMENTO: a conferma di quanto ho scritto nel post precedente. Forse è meglio parlare anche coi sindacati oltre che con il governo.

Alberto, Farmacia

Marco ha detto...

Alberto hai ragione,ci sono sprechi immondi in Italia,ma il modo in cui il governo sta affrontando il problema è il vero problema,se ci sono università che spendono 80mila euro per rifarsi la facciata,invece che investirli in ricerca,bisogna bacchettare quelle,non tutte indiscriminatamente.
Poi ci sono situazioni come Siena,Trieste ecc
Ma la situazione attuale in cui se vai a chiedere di entrare in tesi sperimentale ti dicono:"Ripassa più avanti che non abbiamo soldi per mandare avanti le ricerche",ti sale la rabbia.
Poi sai che la casta politica prende 22000€ circa al mese ed hanno ristorante,cinema,affitto,trasporti,auto blu ecc tutto a carico nostro,gli sprechi sono più che altro li..
bisogna pensarci..

per quanto riguarda la manifestazione di stamane bisogna prendere le distanze dagli esaltati del collettivo di scienze politiche che stanno facendo di tutto per far vedere la nostra protesta come una buffonata atta soltanto a far casino.

Marco FARMACIA

Anonimo ha detto...

Concordo con te Marco, infatti ho detto che della Legge non mi piace che non discrimini tra università virtuose (tra le quali la nostra amata unipd) e università che non lo sono. Ma se fosse per me taglierei anche un sacco di corsi di Laurea (presenti anche a Padova) che non hanno ragione di esistere se non quella di potersi fregiare di una più vasta offerta didattica. Ma qui sto andando OT; spero se ne possa parlare civilmente il 10.

Alberto, Farmacia

Anonimo ha detto...

Il Consiglio ha approvato, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Mariastella Gelmini, un decreto-legge in materia di diritto allo studio, valorizzazione del merito e qualità del sistema universitario e della ricerca.

In particolare il decreto-legge contiene disposizioni finalizzate a:

1) favorire il reclutamente di giovani ricercatori nelle Università;

2) incentivare con una quota significativa del finanziamento statale (7%) le Università che, sulla base di parametri oggettivi di valutazione, favoriscono la ricerca ed il merito;

3) prevedere parametri oggettivi per la valutazione dei professori e dei ricercatori e per la formazione delle Commissioni di valutazione;

4) stanziare nuove risorse per favorire la realizzazione di residenze universitarie e consentire a tutti i capaci e meritevoli aventi diritto di usufruire delle borse di studio.


Dopo l’approvazione delle misure più urgenti contenute nel decreto-legge, il Ministro Mariastella Gelmini ha presentato al Consiglio le linee guida per l’Università, che costituiranno i contenuti di un ampio disegno di legge di prossima presentazione al Parlamento ed i cui capisaldi saranno: autonomia degli Istituti, responsabilità degli operatori e riconoscimento del merito.


Il Consiglio ha poi approvato un decreto presidenziale, su proposta dei Ministri Brunetta e Tremonti, che autorizza il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ad assumere a tempo indeterminato centodieci unità di personale docente di prima e di seconda fascia presso le Istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM); le assunzioni autorizzate fanno fronte alle urgenti esigenze di personale per l’attività didattica nell’anno accademico 2008-2009.


Il Ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, ha presentato al Consiglio il Programma nazionale di riforma 2008- 2010 connesso alla rinnovata Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione, redatto con il Comitato tecnico permanente del CIACE (Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei). Il precedente Programma, redatto nel 2005, individuava nelle liberalizzazioni, nelle semplificazioni, nella ricerca e innovazione, nel capitale umano e nelle infrastrutture le cinque priorità da perseguire assieme alle politiche di stabilità di bilancio e alle politiche del lavoro; a tre anni di distanza le politiche contenute in quel documento sono state attuate con effetti positivi riconosciuti anche in sede europea. Il Programma approvato oggi evidenzia l’importanza per l’Italia del perseguimento dell’ulteriore obiettivo della crescita della produttività e della perequazione delle differenze regionali, con il superamento di rigidità nel funzionamento del mercato del lavoro, la crescita della concorrenza e degli investimenti in ricerca e sviluppo.


Il Consiglio ha infine deliberato la definizione dei criteri di privatizzazione e delle modalità di dismissione della partecipazione detenuta indirettamente dal Ministero dell’economia e delle finanze nel capitale di Tirrenia di Navigazione s.p.a. La delibera sarà sottoposta al parere delle Commissioni parlamentari.


La seduta ha avuto termine alle ore 16,40.