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mercoledì 11 marzo 2009

Margherita Hack, protagonista dell'inaugurazione dell'anno accademico

Ciclone-Hack sull'Università di Padova.


La decana degli astrofisici italiani è stata l'acclamata protagonista della giornata d'inaugurazione del 787° anno accademico, che ha visto anche un nuovo intervento del rettore Vincenzo Milanesi contro i tagli alla ricerca e contro i meccanismi di valutazione del lavoro degli atenei.
Per Margherita Hack prima l'intervento nell'aula magna del Bo, in occasione della cerimonia ufficiale, subito dopo la lezione informale tenuta sulla scalinata della casa dello studente Fusinato, in via Marzolo, che poche ore prima era stata occupata dagli studenti.

Margherita Hack è stata accolta dall'applauso di tutto il corpo docente e delle autorità presenti. Un applauso addirittura più convinto le è stato tributato un paio d'ore dopo davanti alla casa dello studente Fusinato, che i ragazzi dell'Onda Anomala avevano occupato di prima mattina per protesta contro la politica del governo e dell'Ente per il diritto allo studio padovano.


Qui la Hack è arrivata percorrendo a piedi, da sola, gli ultimi metri e dopo aver ricevuto un mazzo di mimose si è seduta in cima alla scalinata d'ingresso e ha tenuto una lezione agli studenti che avevano portato le sedie in strada.



Nel corso della cerimonia d'inaugurazione al Bo il rettore Milanesi è stato critico nei confronti delle misure governtaive sull'istruzione. Nel discorso d'apertura ha sottolineato la necessità che all'autonomia universitaria segua un rigoroso e serio meccanismo di valutazione: "E' l'unica possibilità di salvezza per l'università italiana anche per distribuire i finanziamenti agli atenei, come succede in tutti i sistemi universitari dei Paesi civili". "Il nostro ateneo sottofinanziato per circa il 10%. Vale a dire che ogni anno ci dovrebbero arrivare circa 30 milioni di euro in più, ma da troppi anni questi milioni non arrivano. Solo nel 2005 il ministro Letizia Moratti ha distribuito una parte (circa 250 milioni di euro) del fondo di funzionamento ordinario complessivo applicando il modello e destinando una quota all'accelerazione del processo di riequilibrio. Ma guardando al resto dell'Europa, in Francia, Germania, Spagna non solo i governi nazionali non hanno ridotto il finanziamento alle università ma addirittura hanno fatto selezionare da un comitato internazionale un numero di atenei sui quali investono milioni di euro aggiuntivi, per cinque anni, salvo poi fare attente e rigorose valutazioni su come quegli atenei hanno utilizzato quelle risorse".

(Da Il Mattino di Padova)

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