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mercoledì 29 ottobre 2008

Incontro di oggi...e prossimo appuntamento

A seguito dell'incontro del gruppo lavoro di oggi pomeriggio ci siamo dati appuntamento:

  • Venerdì 31 alle ore 16.30 in Aula 2 per completare la stesura del volantino (da far leggere dai docenti prima delle lezioni)
Ringraziamo quanti oggi sono intervenuti, professori e studenti!

Un grazie particolare al gruppo di studenti che stamattina si son applicati alla realizzazione del bellissimo cartellone "fuxia" che trovate appeso al corridoio di Farmacia!!

Per ogni news da segnalare vi ricordo di scrivere all'indirizzo email farmacia.padova@gmail.com e sarà pubblicata!

PS= Sono state proposte le lezioni in piazza! Iniziate voi stessi a proporle ai vostri docenti!
Basta compilare un documento da presentare in comune...

4 Rispondi QUI:

Anonimo ha detto...

fare una riunione il venerdi pomeriggio non mi pare il massimo.chi vive a padova il venerdi scappa a casa e i pendolari meno restano a padova il venerdi pomeriggio meglio stanno!
sarebbe da organizzare la distribuzione dei volantini fuori dalla stazione in camice.(magari fare uno striscione per sensibilizzare di più)
secondo me si piò fare giovedi prossimo.cosi da lunedi facciamo un nuovo cartellone dove si fa questa proposta e magari mercoledi ci si trova per organizzazione pratica.ma servono permessi dalla questura???

Anonimo ha detto...

Padova, 30 ottobre 2008

Ciao,
vi propongo alcuni punti per "riassumere" (dal mio punto di vista) le varie sfaccettature dei problemi che sono emersi ed emergeranno e che spero aiutino a focalizzare l'attenzione e la necessaria informazione (scusate il "pistolotto", ma cerco di esprimermi a punti).

Cerco inoltre di essere meno "criptico" rispetto al mio intervento nell'assemblea della Facoltà di Farmacia del 27 ottobre.
Penso che la parte "saliente" parta dal punto "6-In pratica ..." ... però quelli precedenti sono "propedeutici" ... :-)

Faccio queste osservazioni personali (per le quali mi aspetto critiche che contribuiscano a ridurre la "parzialità" del mio punto di vista) sfruttando anche un po' della mia esperienza nel Senato Accademico dell'Università di Padova, ma non mi esprimo qui con questo titolo.


1-La legge 133/2008 individua azioni economiche e riassetti organizzativi di enti pubblici fra cui i soggetti della pubblica istruzione e dell'università

I "tagli" che, in particolare, il sistema universitario subisce (e subirà) non sono dunque solo economici, ma anche organizzativi (vincoli del turnover del personale e di programmazione delle attività e dei servizi).

In particolare l'"apertura" alla possibilità di "conversione" in fondazioni di diritto privato per le università, getta le basi per almeno due preoccupazioni : la "rinuncia", da parte dello Stato, ad investire con la necessaria autonomia e sovranità nella formazione universitaria e la probabile difficoltà di sopravvivenza (visti gli oneri impliciti), principalmente economica, di queste possibili fondazioni.

2-Pur non essendo dunque una riforma del sistema universitario, la legge 133 pone comunque dei vincoli, anche organizzativi e di servizio, forti (al "ribasso") per la vita degli atenei ora e nell'immediato (5 anni) futuro.

E' "evidente" che il percorso che si (da parte del legislatore/governo) intraprenderà ora sarà relativo alla "riforma" del sistema universitario italiano ... ma come detto, con vincoli posti a priori formalmente per ragioni di bilancio dello Stato e congiunturali, ma nella pratica che toccano ben oltre questa contingenza.


3-La mancanza della (di una) mediazione (vera).
Tali posizioni sull'università italiana sono state prese senza il necessario dibattito e confronto con le parti (tutte, beninteso).
Questo è stato possibile "sfruttando" la relativa frammentazione e disomogeneità del sistema delle università ("libere") autonome.

Come ho detto in assemblea la parte "sofisticata" che ciascuno deve far sua è la conoscenza e consapevolezza dello stato degli atenei italiani, sia dal punto di vista delle offerte di servizi (o disservizi, per chi critica) che di errori nelle gestioni autonome (spesso legate ad un sistema di
autoreferenzialità esplicito e/o implicito ... dato il fallimento dei modelli di valutazione a livello nazionale fin qui tentati).


4-Sacrifici.
Nel polverone che molto probabilmente si solleverà tentando di discutere a livello politico i criteri per una nuova riforma del sistema universitario italiano, sarà difficile mantenere la chiarezza necessaria per i molti interessi in gioco.
Infatti se è vero che vi è una naturale (necessaria) e costruttiva competizione fra gli atenei, è anche vero che questa subisce i conflitti di interesse dovuti alla possibilità di autoreferenzialità.
In altre parole, il sistema ha "goduto" di mancanza di controlli (perché sostanzialmente erano/sono autocontrolli) e quindi chi ha avuto meno rispetto per le regole ha potuto comunque vivere o sopravvivere nonostante tutto, ma "intossicando" (per usare un termine purtroppo divenuto comune per la crisi del sistema finanziario internazionale) il sistema universitario.

I sacrifici saranno quindi molteplici; dal dover sentire vaghe generalizzazioni sull'inefficienza degli atenei, alla gestione "clientelare" o nepotistica, alle "baronie", all'esagerata proliferazione dei corsi di studio ... ecc ecc; ma i sacrifici veri saranno quelli di essere presenti nel dibattito con proposte che dovranno necessariamente rivedere le "sregolatezze" attuali. Per fare questo in maniera efficace serve però comprensione dello stato attuale dell'università e soprattutto l'impegno per ritessere (da parte delle componenti delle università) i rapporti con tutti gli interlocutori "naturali" del sistema pubblico di alta formazione : società nel suo complesso, soggetti economici e produttivi, enti territoriali, realtà della cultura, della solidarietà e dell'assistenza, relazioni internazionali e gli uomini e le istituzioni di rappresentanza democratica nel Paese.


5-Posizione dell'AQUIS (Associazione per la Qualità delle Università Italiane Statali)
Ho sempre considerato delicata la posizione delle università che aderiscono ad AQUIS (che devono avere alcuni parametri di virtuosità "certificata" per potervi aderire) perchè, pur partendo da un presupposto di riconoscimento di buona amministrazione e correttezza del loro operato, mi ha sempre lasciato perplesso il clima, più generale, delle autoreferenzialità universitarie non affrontato, a mio avviso, con dovuta chiarezza dall'Associazione e, in più, il possibile (quasi inevitabile su certe posizioni) punto di rottura con la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) che di fatto è l'organismo che rappresenta tutte le università (attraverso i loro rettori) nei rapporti con il Ministero.
A suo tempo (15 aprile 2008), proprio per non essere stato completamente soddisfatto, dal dibattito in senato a accademico e dai documenti stessi di AQUIS, nel ridurre le mie perplessità, ho votato, come senatore, contro l'adesione del nostro Ateneo ad AQUIS (voto rivelatosi di minoranza, cito la cosa per coerenza alle posizioni espresse).
Penso che, ora più di prima, si riveli delicata la politica di AQUIS e della CRUI per cercare di ricostruire quell'intermediario che possa aiutare il dialogo con il Ministero con più cognizione e sensibilità di quanto finora fatto.
E' a mio avviso cruciale capire che proprio qui (nella mancanza di un referente che sia ora anche valido intermediario, validamente rappresentativo) si pone uno dei problemi di conflitto di interessi (anche in senso positivo, intendiamoci) fra i vari atenei; atenei che non hanno ovviamente la stessa forza (grandezza e situazione economica ...) pur avendo in CRUI eguale peso di rappresentatività.
Resta dunque delicato il modo con cui si "rischia" di porre (in una specie di "fuori gioco" se non peggio di "divisione" e non semplice "discriminazione di qualità") le università non aderenti ad AQUIS nel più ampio contesto, anche qui descritto, di una volontà di massimo coinvolgimento degli atenei nel prossimo (annunciato) processo di riforma del sistema universitario.


6-In pratica ...
Le critiche (costruttive, anche di riforma) dovranno essere consapevoli e mature:

a-su quanto accaduto dal 1995 (inizio dell'applicazione dell'autonomia delle università ex legge 168/1989); riforma del 3+2 (dm 509/1999) e sue applicazioni dal 2002 circa, riassetto giuridico e disposizioni individuate dalla legge 230/2005 (c.d. Moratti) e volendo ultimo "aggiustamento" del
3+2 con il dm 270/2004

b-sul sistema del reclutamento universitario: cosa è un ricercatore universitario (secondo il dpr 382/1980 -legge chiave che dopo i dibattiti degli anni '70 ha dato un nuovo assetto alle università e alla ricerca-) come si può "interpretare" il "ruolo" del ricercatore dopo la legge Moratti (230/2005). E quindi cosa vuol dire far ricerca negli atenei e cosa implica il chiedere ai ricercatori l'impegno per una attività didattica ufficiale (incarico di affidamento di insegnamento)

c-sui ruoli dei professori associati e ordinari nella gestione della didattica e della ricerca ... e nella gestione degli atenei (come mostrato in assemblea gli organi e le commissioni centrali di gestione dell'università sono essenzialmente "popolati" da professori associati e ordinari; secondo i vari statuti autonomi degli atenei, beninteso)

d-sui finanziamenti per la ricerca, ma questa è una componente di particolare difficile interpretazione viste le svariate modalità che possono essere utilizzate per investirli

e-su come devono essere intesi i dottorati di ricerca sia dal punti di vista del numero dei posti che dei percorsi di formazione e poi le opportunità di ulteriore crescita e/o sbocco professionale

f-su come devono essere intese le forme di "flessibilità" nella ricerca (assegni e altre posizione a termine) affinchè non siano meramente "precariato" in attesa di ...

g-sulla possibile figura del ricercatore a tempo determinato

h-sulle modalità per garantire, con efficacia di mezzi e di strutture, il diritto allo studio dei meritevoli e spazi e mezzi idonei per lo studio agli studenti tutti (aule studio, biblioteche, ...)

i-sul ruolo (ed impegno) "sociale" degli studenti

l-sulla trasparenza degli organi di governo (dai consigli di corso di studio, ai consigli di facoltà, ..., al consiglio di amministrazione, al senato accademico, al rettore) degli atenei, con annessa necessità di "rivitalizzazione" del dialogo democratico e partecipativo che è alla base del loro corretto e completo funzionamento

m-sull'individuazione di percorsi formativi chiari e che abbiano obiettivi e contenuti congrui e coerenti con una politica di sviluppo sociale, culturale ed economico del Paese

n-sulla attuabilità di una sostenibilità dell'università aperta e/o sulla necessità della programmazione del numero iscrizioni in base alla efficace capacità di offerta dei percorsi formativi dei singoli atenei

o-sulla attuale "dinamica" delle "carriere accademiche"

p-sulla proposta di un sistema di valutazione delle università allorquando si decida che un criterio possibile di distribuzione di finanziamenti possa essere (anche o solo) quello "meritocratico" (va però fatta attenta riflessione su come si traduce meritocrazia, ovvero quali parametri saranno individuati per "calcolare le classifiche")

q-sulla necessità che chi farà le leggi sull'università sia competente e soprattutto coinvolga i vari attori in un dibattito costruttivo

r-sulla necessità che il fronte attuale di critica all'azione governativa sia il più possibile compatto (con la consapevolezza, qui sopra invocata, di tutti) fra studenti, docenti, personale tecnico amministrativo e ricercatori (ai vari livelli di "precariato") ... anche quando si tratterà di recitare onestamente qualche "mea culpa"

s-sulla relazione tra sistema della istruzione e della formazione e lo sviluppo sociale ed economico e l’innovazione del Paese e quindi sulla criticità del saper investire (al meglio) su questo sistema per avere sempre un ruolo di primo piano anche nella (obbligata) competizione internazionale

t-sul significato che tutte le riflessioni, rialimentate e/o accese in questi giorni, (che sono di fatto espressione di una "fetta" della società) sono in realtà testimonianza e appello per una sempre più ampia partecipazione libera e democratica nella vita di un Paese che si riconosce nella sua carta costituzionale, anche per il valore di grande patto di condivisione di valori, regole e orizzonti di crescita sociale che essa rappresenta

u-sul fatto di rendersi conto che le sensibilità che sono state toccate dai provvedimenti citati, devono saper portare il dibattito verso la ripresa dell'azione dei valori che hanno sostenuto e sostengono il Paese che abbiamo finora "ereditato" con il relativo tesoro di benessere e le opportunità che ha concesso. Questo non significa immobilismo sullo stato delle cose, ma anzi presa di coscienza di una nuova energia per l'impegno nell’aver cura delle "cose buone" e per il miglioramento di quelle che s'hanno da rinnovare e correggere. Nella statistica c'è chi è sensibile a ciò e chi è indifferente e fra chi è sensibile vi sono vari orientamenti della sensibilità (ed è per questo che è stato scelto e "funziona" il sistema del coinvolgimento democratico e partecipativo ... almeno nelle democrazie "autentiche").
Costruire è sempre più difficile del "consumare" o del distruggere.
E l'informazione non è solo uno strumento di "potere", ma anche di potere costruttivo.
Forse è anche per questo che il "sistema della conoscenza" (con tutti i suoi attori) ha saputo ora "reagire" in maniera così valida, forte, composta e senza fazioni di ideologie politiche.
Confido che tale "reazione" rimanga di qualità e che anzi si rafforzi e compatti sempre più tutte le componenti che ne avranno sensibilità, anche attraverso un'ulteriore cosciente maturazione di critiche e di proposte.

Vi ringrazio per l'attenzione e la pazienza. :-)

Un cordiale saluto,
Fabio Bozzetto

Anonimo ha detto...

Venerdì si riunirà il gruppo lavoro che si sta occupando della stesura del volantino che ha già creato il cartellone.
Si è scelto venerdì per avere il tempo di procedere alla correzione e stampa per poi distribuirlo durante la prossima settimana.


L'idea della distribuzione in camice è meravigliosa! Alcuni ragazzi di medicina ho saputo che stanno già facendo una cosa simile in stazione.

I permessi, per quel che so io, servono per far lezione in piazza...

Ah, firmatevi a fine post !!

luisa ha detto...

ciao a tutti!
purtroppo non ho potuto partecipare alla stesura del volantino venerdì dal momento che avevo proprio un seminario a quell'ora.
Voglio comunque dare la mia disponibilità per la distribuzione dei volantini (almeno mi rendo utile a qualcosa!)
luisa, farmacia